Il Parlamento Europeo approva le misure per ridurre il consumo dei sacchetti di plastica

  giovedì 30 aprile 2015

Condividi

Il Parlamento Europeo approva le misure per ridurre il consumo dei sacchetti di plastica

Con 590 sì su 750 deputati il Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria, ha definitivamente approvato la revisione della direttiva imballaggi (1994/62/CE) che introduce nuove misure in materia di sacchetti di plastica. La procedura di revisione era iniziata nel novembre 2013, quando la Commissione Europea aveva proposto delle modifiche alla normativa vigente. Il Parlamento Europeo, con vasto consenso dei gruppi politici, aveva successivamente introdotto misure sulle “borse di plastica in materiale leggero” volte a ridurre l’impatto ambientale. 

Nello specifico la normativa approvata prevede che gli Stati membri dovranno mettere in campo politiche atte a ridurre il consumo dei sacchetti con spessore inferiore a 50 micron. Due le opzioni lasciate agli stati: introdurre restrizioni alla commercializzazione, oppure mediante un’imposta sulla vendita al dettaglio. La direttiva fissa, anche, dei target ben specifici: utilizzo annuale pro capite non superiore a 90 borse di plastica di materiale leggero entro il 31 dicembre 2019 e 40 borse di plastica entro il 31 dicembre 2025. 

Il nostro Paese aveva già introdotto una normativa specifica sui sacchi. Già nel marzo 2012 l’Italia aveva approvato Decreto-Legge "Ambiente" rendendo il nostro Paese uno dei più all’avanguardia in Europa. Infatti, il Parlamento italiano approvava la messa al bando dei "sacchi da asporto merci" in plastica, a meno che questi fossero biodegrdabili e compostabili conformemente allo standard tecnico UNI EN 13432. La normativa italiana ha de facto dato il via alla revisione in sede europea, considerando anche gli ottimi risultati ottenuti nel nostro Paese: dal 2012 si è registrata una riduzione del 50% nel consumo degli shopper di plastica. 

Al voto di oggi del Parlamento Europeo seguirà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro l’estate, poi gli Stati Membriavranno 18 mesi per implementarla nel proprio ordinamento.